Aniello Langella – Polpo Vesuviano
A volte si dice “purpo” ad un vesuviano per dire inetto, sciocco, brutto.
Aniello Langella – Polpo Vesuviano – vesuvioweb – 2011
Giù al Granatello i polpi (1) sono diversi. Sono particolari e sembra abbiano dei comportamenti diversi da quelli di Resìna. Non parliamo poi dei polpi di Torre del Greco e di quelli di Torre Annunziata. Questi hanno un dialetto diverso e comunicano tra loro anche con gesti diversi. Strani popoli marini, quelli del Vesuvio. Parlano lingue diverse e si comportano anche in maniera diversa. Durante il regno di re Carlo di Borbone, quello per intenderci che si fece costruire la “villetta a schiera” sulla Strada Regia, fervevano i lavori, a Portici un po’ ovunque. Si doveva cercare di rendere il luogo delle “delizie” gradevole al re e a tutta l’affamata corte. Appresso allo squalo ci sono le remore (il codazzo dei nobili e cortigiani) e quelle mangiano parecchio. In poche parole e per non tirarla alla lunga, pe’ quaglià, tutta la città di Portici doveva accogliere il re e il suo lungo codazzo e il lido del Granatello si presentava agli architetti reali come una ghiotta opportunità. Qui sarebbe sorto un porto, un casino reale, un bagno privato per i reali ed una peschiera.