L’eruzione del Vesuvio del 1805 di Aniello Langella

Inserito da: · Maggio 31, 2013

L’eruzione del Vesuvio del 1805

Di Aniello Langella

Il 12 agosto, giusto alle due di notte mentre dormivamo tutti, ‘na botta peggio i mille trunielli assieme ha appicciato tutt’a cimma d’u Vesuvio. Un
getto di fuoco alto più di 200 metri e poi altre fontane di fuoco. Siamo saltati dal letto per un istante e un istante dopo abbiamo preso di corsa i vestiti, e siamo andati a vedere quel che accadeva dal balconcino di dietro, quello che guardava la montagna….

Aniello Langella – L’eruzione del Vesuvio del 1805 – vesuvioweb 2013

Questo articolo si trova in: 00 In Rilievo, L'eruzione del Vesuvio del 1805

Discussione3 Comments

  1. maria ha detto:

    IL TERREMOTO DEL 1805

    Il terremoto del 26 luglio 1805 ha lasciato profonde tracce nel territorio molisano (ci furono più di 5.000 morti, di cui 518 a Frosolone).

    A testimonianza di quel drammatico evento, riportiamo le note di Gabriele Pepe e di Pietro Coletta (patriota napoletano):

    “Un caldo torrido prosciugò parecchi fiumi. Suscitassi un vento furibondo che si andiede rinforzando per qualche minuto intorno alle otto, ma cessò interamente intorno alle ore due. Tutto era silenzio, come se la Natura avesse fatto una pausa. Succede il primo urto verticale allorché tre successive scosse ondulatorie più gagliarde e veementi. Gli edifizi furiosamente agitati si stritolarono, si aprirono e piombarono, sconquassati con fragore indicibile. Altre due scosse alle tre e alle cinque italiane. Videro con istupore svilupparsi dal seno della terra due specie di fuochi. La sommità del monte di Frosolone comparve tutta accesa. A Frosolone notai avanzi di embirici, travi, tavole, mobili domestici ed altro. Furono rinvenuti la povera signora Colavecchio con il marito signor Giordani, sposi giorni prima, e abbracciati e morti. Le vittime totali furono 5611 di cui 518 a Frosolone con 46 feriti”.

    Aggiunge il Colletta:

    “Il terreno fesso a rete, e in certi luoghi tanto ampiamente che subissò in voragini; uscivano dai fessi fiamme lucenti, e la cima del monte di Frosolone brillava quasi ardente meteora. Gli abitanti di quella infelice regione avevano sentito nel mattino del 26 straordinaria bassezza e puzzo come di zolfo, noioso all’odorato ed al respiro; videro alle ore quattro dopo il mezzogiorno annubilato il cielo, e correre i nugoli come turbine impetuoso li spingesse, mentre che in terra nessun vento spirava benché leggerissimo ma col cader del sole si alzò fiero aquilone che poi cedé allo scoppio del tremuoto mutandosi a spaventevole rombo. La prima scossa fu leggiera e da pochi avvertita ma succederono tra altre nel breve tempo di venti secondi, furiose, crescenti, produttrici delle rovine e dei guasti che ho accennato”.

    cordiale saluto:

  2. Jana Haasová ha detto:

    Grazie per l’interessante articolo di voi. Testimonianza dettagliate sulla eruzione accompagnata da belle e vivide immagini, sulle quali il fiato. Affascinanti contrasti vulcano – da un lato la distruzione che porta in ultima analisi benefici – terreno molto fertile. Tutti i vulcani Vesuvio e sollevare un enorme rispetto.
    Ero incuriosito e descrizione disperatamente abbaiando e ringhiando cane uccelli odelt – animali sanno istintivamente si avvicina pericolo e avvertire il suo comportamento agitato.
    Questo è stato a Pompei, ma allora la gente non conosceva la causa della partenza di uccelli e animali insoliti per l’allevamento perché non avevano alcuna esperienza con l’eruzione, il Vesuvio e considerato estinto.

    Salute Jana, Repubblica Ceca

  3. Silvio Falato ha detto:

    Veramente drammatica la realistica descrizione del rapporto amore-odio verso la terra che ha dato i natali. Grazie.

Aggiungi un commento

viagra online italia comprare cialis originale