7 – Viaggio da Napoli a Castellammare – Ancora Portici e il Granatello

Inserito da: · Aprile 16, 2023

Viaggio da Napoli a Castellammare – Ancora Portici e il Granatello

Di

Aniello Langella

E questa è la storia raccontata, il mito che diventa concreta realtà, perché di mito si tratta. Una storia che ha attraversato tutti i testi della storia della Terra Vesuviana. Un racconto che vede protagonisti tre soggetti: un re, una regina ed un luogo incantato. Quasi l’immaginifico prologo di una parabola incantata che viene letta ancora piacevolmente nei libri delle fiabe. Sembra tuttavia che questa sia anche la verità. E non avendo prove provate sulla tempesta che fece riparare i sovrani al Granatello, non avendo notizie certe sulle perplessità che si nutrivano circa le ostili condizione del luogo per la vicinanza del vulcano, dobbiamo anche noi fare un atto di fede e credere davvero che quel luogo venne scelto per la sua bellezza paesaggistica, per la sua amenità, per la sua esclusività. Dal giorno di quell’approdo nel porticciolo del Granatello, alla realizzazione del Palazzo Reale di Portici, passarono pochi anni. E artefice di questo progetto fu Carlo Sebastiano di Borbone (Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788), passato alla storia come Carlo III, quel sovrano per intenderci, che ebbe l’onore e la fortuna di mostrare al mondo intero, le straordinarie bellezze che si andavano disseppellendo tra le campagne di Ercolano e Pompei. L’altro protagonista del progetto fu Maria Amalia di Sassonia (Dresda, 24 novembre 1724 – Madrid, 27 settembre 1760), regina straordinariamente innamorata di una terra che in fondo non era la sua patria. Seppe amarla e celebrarla sempre e questa non è fiaba, ma realtà storica.

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Discussione2 Comments

  1. Domenico Mattia Testa ha detto:

    Il viaggio da Napoli a Castellammare è un piccolo documento di storia,di arte ,di poesia di cui è protagonista Carlo III,sovrano illuminato e grande mecenate…Il viaggio è illustrato in tanti particolari dalle belle acque forti di Achille Gigante,interessante paesaggista.Per restare nell’ambito artistico bella la conclusione ,dove il famoso poeta Bernardino Rota celebra la varietà e la fertilità dei tanti centri della “Campania felix” con un climax di colori,di sapori,di profumi naturali.Si coglie in tutto il racconto la grandezza di un passato irripetibile che contrasta con un presente che,per usare un eufemismo, non possiamo definire esaltante.E’ stata una lettura piacevole e,a suo modo,didattica.Grazie

    • Vesuvioweb ha detto:

      Grazie a Lei caro Domenico
      Contribuisca anche lei ad arricchire Vesuvioweb con qualche suo elaborato, ne saremmo felici
      La Direzione

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